mercoledì 6 gennaio 2021

Estroversione, Introversione e la difficile arte dell'Improvvisazione Teatrale



    
  

Definire l'Estroversione e l'Introversione non è cosa semplice e per quanto ne so non ne esiste una definizione ufficiale. Solitamente tendiamo a associare l'estroversione con i simpaticoni rumorosi tutti pacche sulle spalle e l'Introversione con i musoni, i misantropi, gli insicuri e i timidi, ma le cose non stanno esattamente così.

Diciamo che gli estroversi sono persone che necessitano emozioni forti per attivarsi, gli introversi, al contrario, si attivano con stimoli minimi.

Gli estroversi lavorano con rapidità, sono multitasking, tendono a prendere decisioni immediate e spesso inseguono successo e denaro. Gli introversi invece sono più lenti, tendono ad assolvere un compito alla volta, prendono decisioni ponderate e non danno eccessiva importanza al successo e al denaro. Gli estroversi tendono ad affermare la propria opinione, anche se ciò può causare dei conflitti che gli introversi, invece, rifuggono. Allo stesso tempo agli introversi non piace parlare del più o del meno - terreno ottimale per gli estroversi - a loro piacciono le discussioni profonde: pochi argomenti, ma sviscerati. Solitamente sono gli estroversi ad essere "l'anima delle feste": tendono a parlare a voce alta, a ridere di un sacco di battute, a cercare compagnia e sono risoluti e dominanti. Gli introversi, pur possedendo elevate capacità sociali, dopo un po' preferiscono stare per proprio conto o in compagnia degli amici più stretti e dei famigliari e non in mezzo alla gente; il motivo è semplice: se bastano stimoli minimi per attivarli, un festa è per loro qualcosa di sensorialmente eccessivo.

Un estroverso timido, da fuori, può sembrare un introverso calmo, ma dentro le differenze sono abissali: mentre l'estroverso timido ha timore di prendere la parola, l'introverso è invece semplicemente bombardato da troppi stimoli.

Queste sono ovviamente generalizzazioni, le persone reali sono molto più complesse e nessuno è introverso o estroverso al 100%, ma penso di avere reso l'idea.

Ribadisco che gli introversi non sono per forza i timidi, gli impacciati o i "casi umani", ma spesso sono individui ad alta funzionalità sociale: l'introversione non ha impedito ad Einstein di essere un personaggio di successo presso le folle, un donnaiolo e di fare la linguaccia in una delle foto iconiche del XX° secolo. Semplicemente, per sua stessa ammissione, lavorava meglio da solo che in gruppo.

Storicamente con la nascita della società di massa il modello vincente è passato dall'Introversione all'Estroversione: pensate a valori dei vostri nonni e bisnonni e confrontateli con quelli delle persone che vi circondano oggi. Questo non vuole dire che prima non ci fossero gli estroversi, ma che i valori fondanti erano più quelli dell'introversione: la riservatezza, il pensare prima di parlare e il portare rispetto, solo per citarne alcuni.

Oggi invece tali concetti hanno un valore essenzialmente nominale: si tende a prediligere la velocità nel prendere decisioni, a esprimere sempre e comunque il proprio parere e "OK, boomer" è la formula per zittire e denigrare un interlocutore più anziano.

Cosa centra tutto ciò con l'Improvvisazione?

Confrontando gli elementi che caratterizzano gli estroversi con quelli degli Improvvisatori Bravi™ vedremo che ci sono parecchi punti in comune:

  • velocità di esecuzione
  • capacità di prendere decisioni rapide
  • elevata socialità
  • parlare prima di pensare
  • minor timore dei conflitti
  • ricerca di emozioni forti
  • necessità di nuovi stimoli
  • propensione al rischio
  • audacia
Questo sembra suggerire che il modello vincente nell'Improvvisazione sia l'estroverso.

D'altronde è facile: gli estroversi, sono quelli che saltano all'occhio, che dominano le discussioni, che grazie alla loro socialità hanno maggiori possibilità di estendere la loro rete di contatti: chiaro che hanno avuto facilità a imporsi su quelli che invece preferivano starsene in disparte a lavorare al loro progetto e che coltivavano poche relazioni, ma profonde. Se - come gli studi neurobiologici sembrano suggerire - gli estroversi hanno una risposta più forte alla dopamina, la "sostanza alla ricompensa", che il nostro cervello rilascia quando pregusta un piacere, è chiaro che saranno più attratti degli introversi dalle feste, dal successo, dal prestigio sociale, dal sesso; non che gli introversi non ne siano attratti, ma ne traggono molto meno entusiasmo.

E nel mondo dell'Improvvisazione l'entusiasmo è metà del lavoro.

Torniamo ora sulla questione che agli introversi bastano stimoli minimi per attivarsi. Questo implica che un improvvisatore introverso - una volta messo in una situazione "tranquilla" - sia più sensibile nel prendere la più piccola offerta e svilupparla creando momenti di assoluta eccellenza, a patto che gli spazi gli vengano concessi e non sia costretto a sgomitare per prenderseli. Perché se gli estroversi non disprezzano il prendersi il centro della scena in quanto stimolo forte, gli introversi tendenzialmente riescono a farne anche a meno.

Quindi in un sistema assolutamente meritocratico come l'Improvvisazione Teatrale gli estroversi hanno avuto gioco facile ad affermarsi come il modello da seguire.

Se a ciò sommiamo il fatto che l'Improvvisazione in Italia è arrivata con il Match D'Improvvisazione®, uno spettacolo che premia la battuta pronta, la velocità d'esecuzione e la spregiudicatezza, diventa facile vedere come l'ambiente fosse completamente avverso a quegli introversi che si avvicinavano al mondo dell'improvvisazione.

Volendo andare ancora più nel dettaglio, sappiate che mentre per gli estroversi il volume ottimale per attivarsi è attorno ai 72 decibel, gli introversi si attivano a soli 55 decibel: pensate che bombardamento sensoriale sia per quest'ultimi la semplice cornice dei Match!

Alla fine, per ragioni biologiche, ambientali e storiche, nell'improvvisazione si è affermato un modello che possiamo chiamare estroverso:

Alto Ritmo! Alta Energia! Alto Volume!

Ma questo non vuole dire che sia l'unico modello.
Il problema sorge se invece tale modello viene insegnato come tale.

Siamo così sicuri che tutti gli improvvisatori siano disposti a lanciarsi in scena col pugnale tra i denti, senza nient'altro che una qualche intuizione non ancora ben definita e che chi esita lo faccia perché non ha superato ancora le sue paure? Che il "non essere nella propria testa" lo si possa fare solo attraverso certi insegnamenti e certe prassi? Siamo sicuri che tutti gli allievi si trovino a proprio agio con le situazioni ad "alta energia" che creiamo per scaldare pubblico e attori? Ci abbiamo guardato? Abbiamo verificato? Ci siamo presi veramente presi cura di loro? Non è che una percentuale significativa di allievi che in questi anni ci siamo persi per strada non erano improvvisatori "incapaci", ma semplicemente introversi cui veniva proposto un modello che generava in loro disagio?

Se queste domande vi sembrano eccessive probabilmente avete ragione, ma può anche essere che siate degli estroversi e, in quanto tali, semplicemente non vediate il problema.


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