venerdì 29 ottobre 2021

Di stanze, elefanti, riflessi pavloviani e Democrazia.

 



Tra i miei talenti c'è anche quello di andarmi a infilarmi consapevolmente in situazioni senza speranza solo perché penso sia necessario farlo. Cosa che ho fatto pochi giorni scrivendo un post su Facebook che riprendeva una surreale polemica sorta attorno al Prof. Barbero e che riporto testualmente:

"Chiunque insegni improvvisazione sa che ci sono differenze strutturali tra uomini e donne.

Uno può sbattersene, fingendo che queste differenze non ci siano e aspettare che sia la naturale evoluzione delle cose a espellere le donne dall'improvvisazione, può dire "poverine" creando così l'handicap, oppure lavorare per ridurre il deficit.
A ciascuno la sua scelta, anche quella di negare l'evidenza (o l'italiano)."

Mio fratello, che mi vuole bene, mi ha prontamente scritto.



Ma io, testardo come ogni Capricorno che si rispetti ho proseguito imperterrito, consapevole di avere scritto qualcosa di impopolare, ma non per questo per forza sbagliato.

Facebook non è un luogo dove dibattere: richiede una comunicazione veloce, il contesto quasi sempre collassa e in gioco non c'è quasi mai un concetto, ma l'immagine di sé che si vuol dare. Invece per chiarire certi concetti c'è bisogno di pensieri lunghi.

Quindi benvenute e benvenuti nei pensieri lunghi, se siete suscettibili fate ancora in tempo a smettere di leggere, se vi sentite chiamati in causa poco sotto c'è un immagine per voi, se sarete scandalizzate/i bene.

Quel puntino luminoso è dove siamo voi, io e le nostre opinioni.


Pronti (da ora in poi uso il maschile per il neutro come ha ribadito da poco l'Accademia Della Crusca, nulla di personale. Se non vi sta bene seguite il link e lamentatevi con loro, ok?)

Visto che quello che voglio dire probabilmente sarà un mattone, per renderlo più fruibile l'ho reso sotto forma di dialogo. buona lettura.

PS - mentre scrivevo queste righe, in Parlamento andava in scena la vergogna del DDL Zan.  Non ci sono parole per descrivere questa infamia. Un diritto se non è universale è un privilegio.



DIALOGO SULLE STANZE, GLI ELEFANTI IN ESSE CONTENUTI, RIFLESSI PAVLOVIANI E DEMOCRAZIA

Personaggi

Dottor Divago - Anziano docente di improvvisazione, idealista e sprovveduto

Professor De Fenomeniis - Docente di Improvvisazione ben addentro la materia.

Prudente – Docente di Improvvisazione meno addentro la materia, ma più avvezzo alle trappole della vita

Platone – Filosofo

Galileo – Scienziato

Vladimiro ed Estragone - Passanti



PROFESSOR DE FENOMENIIS – Beh, direi che se volevi farti detestare, caro Dottor Divago, non potevi fare scelta migliore: già, da maschio quale sei, scrivere su Facebook un post sulle differenze di genere è andarsela a cercare, poi riprendere le parole del Prof. Barbero che vedi essere da due giorni in un tritacarne, mi sembra una mossa abbastanza ingenua. E infatti ti è stato chiarito che quelle “differenze strutturali” non ci sono proprio. Com’è che le hanno definite? Ah, ecco: “cazzate”. E a dirlo è stata una donna: punto, set, match.

PRUDENTE – Attento De Fenomeniis, tu ed siamo gli antagonisti dentro un Dialogo: il nostro ruolo è quello di fare la figura dei minchioni. È chiaro che le cose non stanno così, sennò non saremmo qui. Dammi retta: meno parli e prima ce ne andiamo a casa.

Dottor Divago – Caro Professor De Fenomeniis, parto dalla fine. Il fatto che a dire una cosa inesatta sia stata una donna o un uomo è irrilevante. Se una cosa è falsa è falsa. Nascondersi dietro il dito del “è stata una donna a dirlo” non solo non aiuta a fare chiarezza, ma sottende che a una donna bisogna dare sempre ragione come si fa coi matti o che bisogna farlo perché le donne sono delle rompicoglioni e allora meglio chiudere subito certe discussioni. Sicuramente una donna che vive sulla propria pelle le conseguenze di quelle differenze strutturali ha tutto il diritto di dire la sua e di venire ascoltata con attenzione, ma se dice un’inesattezza e non la si corregge, la si mantiene in uno stato di ignoranza che non aiuta nessuno.

PROFESSOR DE FENOMENIIS – Il tuo potrebbe sembrare mansplaining.

Dottor Divago – Vero. Ma sei stato tu a tirare fuori il “e a dirlo è stata una donna”…

PRUDENTE – In realtà siamo dentro un Dialogo fittizio, chiaro che tu che scrivi dietro lo pseudonimo ci fai dire quello che ti pare.

Dottor Divago – Zitto Prudente, non interrompere il Dottore mentre parla.

PRUDENTE - E poi avete notato che in questo dialogo si parla di donne, ma siamo tutti uomini?

DOTTOR DIVAGO - Vero. Però non mi pareva corretto inserire una donna che diceva ciò che un uomo voleva che dicesse. Dobbiamo dare loro spazi dove siano libere di esprimersi, non sostituirci a loro. Tornando a noi: De Fenomeniis, sei stato tu a tirare fuori il “e a dirlo è stata una donna”, non io. Inoltre Professore, tu mi conosci bene: se a dirlo fosse stato un uomo non avrei fatto lo stesso identico spiegone anche a lui? Ci vivo di spiegoni!

PROFESSOR DE FENOMENIIS – In effetti…

Dottor Divago – Bene. Chiarito questo proseguiamo. Dire che ci sono differenze strutturali non significa che ci sono differenze biologiche o culturali, indica proprio strutturali. Se avessi voluto intendere qualcosa di diverso avrei cercato il termine esatto.

Strutturale significa legato alla struttura; al variare della struttura, variano le differenze.

PRUDENTE – Perché c’è un link alla Treccani su “struttura”?

Dottor Divago – Perché così non mi rompono i coglioni equivocando sul termine. Riprendiamo. Per esempio: la grafite e il diamante sono tutti e due costituiti da atomi di carbonio, quello che fa la differenza è la disposizione di questi atomi. Nella grafite questi atomi sono disposti su dei piani con legami deboli tra un piano e l’altro, nel diamante la struttura è più compatta e i legami sono più forti. Ma sempre di carbonio si tratta.

PROFESSOR DE FENOMENIIS – E sentiamo: tra l’uomo e la donna chi sarebbe il diamante e chi la grafite?

Dottor Divago – Questa è una domanda stupida.

PROFESSOR DE FENOMENIIS – Mi stai dando dello stupido?

Dottor Divago – No. Ho detto che è la domanda ad essere stupida. Esci dal centro dell’Universo. Sai quanta gente mi ha tolto l’amicizia su Facebook dicendomi di averli offesi perché invece avevo solo scritto che il loro ragionamento era idiota?

PROFESSOR DE FENOMENIIS – Beh…

Dottor DivagoEsci – Dal – Centro – Dell’ – Universo!

PRUDENTE – Scusi Dottore, ma questo cosa c’entra con il diamante e la grafite?

Dottor Divago - Se mi chiamano Dottor Divago ci sarà un motivo, no? Comunque, caro Prudente, io non ho detto che l’uomo è il diamante e la donna è la grafite, io parlavo di mineralogia e basta. Il volere attribuire secondi fini alle affermazioni ci allontana dalla chiarezza di pensiero. Se preferisci posso usare come esempio la calcite e l’aragonite tanto il concetto che a variare è la struttura ma non gli elementi che la costituiscono non cambia.

PRUDENTE – Questo della calcite era solo per farci sapere che ha una laurea in Scienze Geologiche…

DOTTOR DIVAGO – E che all’esame di mineralogia presi 30 e lode.

Se, come alcune persone hanno inteso, avessi scritto che le differenze sono biologiche, allora avrei inteso che tali differenze non sono recuperabili: per quanto mi possa impegnare, in quanto uomo non potrò mai allattare al seno. Inoltre queste differenze le troveremmo identiche in ogni luogo e ogni epoca storica, cosa che invece non accade. Avrei potuto definire queste differenze come culturali, ma culturale è un termine riduttivo; sicuramente tra uomo e donna ci sono differenze culturali, ma ritengo che sia più la cultura dominante imperniata sulla presunta superiorità del maschio a generare discriminazioni di genere che le effettive differenze culturali tra uomini e donne. Non ho elementi per dire se sia la cultura dominante ad avere generato le famigerate differenze strutturali o se ne sia stata generata, non sono un neuroscienziato…

PRUDENTE – Pure umile.

DOTTOR DIVAGO - ...ma rimane il fatto che viviamo immersi in una visione distorta delle figure maschile e femminile e tra Cultura Dominante e Differenze Strutturali c'è un meccanismo di retroazione che rende difficile (e inutile, a mio parere) capire cosa generi cosa.

PROFESSOR DE FENOMENIIS – Retroazione?

DOTTOR DIVAGO – Autopompante.

PROFESSOR DE FENOMENIIS – Ah, capito. Ma allora Dottore, ammesso e non concesso che queste presunte differenze strutturali esistano, nell’improvvisazione dove stanno?

DOTTOR DIVAGO - Vi propongo una verifica semplice: riprendete i vostri appunti e confrontate quante volte le vostre allieve hanno fatto un'entrata a cazzo in una scena rispetto a quante volte l'hanno fatto i vostri allievi.

PROFESSOR DE FENOMENIIS – Scusa?

DOTTOR DIVAGO - Voi, prima di indignarvi perché ho detto che ci sono differenze strutturali tra uomini e donne, avete verificato che tali differenze non ci siano vero?

PROFESSOR DE FENOMENIIS – Ehm…

PRUDENTE - Ehm...

DOTTOR DIVAGO - Aver creduto per duemila anni che il Sole girasse attorno alla Terra non è stato sufficiente a fare sì che ci girasse davvero. Allo stesso modo desiderare fortissimamente che non ci siano differenze nelle entrate a cazzo in scena tra uomini e donne non è sufficiente a fare sì che quella sia la realtà delle cose. Se non si hanno dati si hanno solo opinioni. E un’opinione non fondata sui dati non è un opinione.

PROFESSOR DE FENOMENIIS - “Un’opinione non fondata sui dati non è un opinione”. Bella questa, me la segno.

DOTTOR DIVAGO – L’ho letta su Topolino.

PRUDENTE – Te l’avevo detto che eravamo qui solo per fare la figura dei minchioni.

DOTTOR DIVAGO - Scusate la digressione, ripeto la domanda: quante volte le vostre allieve hanno fatto un'entrata a cazzo in una scena rispetto a quante volte l'hanno fatto i vostri allievi? Io questo l'ho misurato..

PRUDENTE – L’ha misurato?

DOTTOR DIVAGO – Sì. Ho una vita vuota, e allora? L’ho misurato e per quello che riguarda la mia esperienza, cosa che non ha valore statistico alcuno, le donne fanno molte meno entrate a cazzo di un uomo.

Questo può dire due cose: che le donne sanno leggere una scena e sapere che quell'entrata manderà tutto in vacca meglio di un uomo, oppure che gli uomini hanno una maggiore propensione al rischio delle donne.

PROFESSOR DE FENOMENIIS – E…?

DOTTOR DIVAGO - Quali sono le cause? Non lo so, non sono un sociologo o uno psicologo, ma è una differenza che ho osservato e che mi sono attivato per ridurre.

Per quella che è la mia personale visione dell'improvvisazione preferisco aumentare le entrate a cazzo delle donne che ridurre quelle degli uomini: solo mandando in vacca le scene e riflettendo sull'accaduto si può acquisire quella sensibilità necessaria a fare le giuste entrate. Se invece fosse che le donne leggono meglio la scena, aumentando le entrate a cazzo tale capacità non andrà persa. Ma poi, parliamone: esistono poi entrate giuste o sbagliate nell’Improvvisazione?

PRUDENTE – Per favore, Dottore!

DOTTOR DIVAGO – Ok, scusate. Riprendiamo.

Nel mentre che aspettiamo la fine dei corsi per confrontare le vostre misurazioni su queste entrate in scena, per vedere se ci siano o no differenze strutturali tra uomini e donne nell'improvvisazione potete fare un'altra cosa: aprite Facebook, guardate le foto degli spettacoli di improvvisazione che stanno venendo fatti e calcolate il rapporto donne/uomini per ogni spettacolo.

Ma non solo. Se guardate le foto degli spettacoli della vostra associazione potete facilmente confrontare quel dato con altri due interessanti rapporti: quello donne/uomini nel parco attori e quello donne/uomini tra gli iscritti dei primi anni di quegli attori che vedete nelle foto.

Mi auguro che quel rapporto sia costante nel tempo e si attesti sul 50/50.

PROFESSOR DE FENOMENIIS – Non ho capito.

DOTTOR DIVAGO - Se ci fossero, che so, squadre composte da tre uomini e una donna (ma cosa vado a pensare!) come risultato finale di un corso triennale al quale all’origine s’ erano iscritti ambedue i generi in ugual misura, sarebbe bello indagare sulle cause. Quel drastico calo di improvvisatrici è stato dovuto a un clima maschilista, al fatto che "non fossero portate per l'improvvisazione" o per differenze strutturali non affrontate?

PROFESSOR DE FENOMENIIS - La risposta più semplice potrebbe essere: "Perché al I° Anno s'iscrive una donna ogni tre uomini"?

DOTTOR DIVAGO - E a quel punto la domanda che sorge spontanea è: "Allora perché la scuola di fianco alla tua è composta all'80% da donne?” Perché vanno tutte lì? Dopotutto l'improvvisazione sempre quella è!

In sostanza già quel dato di tre uomini sul palco per ogni donna dovrebbe farci pensare. Può essere che i corsi d'improvvisazione attirino molti più uomini che donne, può essere che il processo d'insegnamento espella molte più donne dai corsi rispetto agli uomini, può essere che la Direzione Artistica decida che devono esserci più uomini che donne sul palco per motivi a noi oscuri, può essere che la differente distribuzione dei carichi di lavoro nella società costringa le donne a fare meno spettacoli rispetto alla loro controparte maschile. Può essere un milione di altre cause, ma fatto sta che in sacco di foto di spettacoli di improvvisazione si vedono sul palco più uomini che donne.

A questo punto la scelta è: fare finta di niente oppure sollevare la questione per provare a riflettere, pur sapendo che parlare di questioni di genere su Facebook equivale a suonare la campanella davanti ai cani di Pavlov.

PROFESSOR DE FENOMENIIS – Immagino che un sacco di gente sarà contenta di vedersi associata ai cani di Pavlov...

PRUDENTE - Di campanelle in quel post ce n'erano a bizzeffe, ma due sono state quelle che hanno innescato le maggiori salivazioni: "differenze strutturali" e "ridurre il deficit".

DOTTOR DIVAGO - Personalmente trovo ironico che nessuno si sia scandalizzato per la parte "uno può sbattersene, fingendo che queste differenze non ci siano e aspettare che sia la naturale evoluzione delle cose a espellere le donne dall'improvvisazione", mentre il termine "Deficit" abbia suscitato così tanta emozione. Solo qualcuno, estraneo all'improvvisazione, ha fatto notare che, per definizione, un insegnante non aspetta.

PROFESSOR DE FENOMENIIS – Rimarcare quest’ultima cosa non la farà certamente amare di più.

DOTTOR DIVAGO – Mica l’ho detto io che un insegnante, per definizione, non aspetta. Ma non divaghiamo.

PRUDENTE – E se lo dice lui di non divagare…

DOTTOR DIVAGO - Ora, se sul palco vedo una donna ogni tre uomini, un deficit di rappresentatività c'è oppure no? Se nei miei corsi c'è una marcata differenza nelle entrate in scena tra allievi ed allieve, che si traduce in una diversa propensione al rischio, significa che c'è un deficit che devo recuperare. Come, dall'altra parte, devo recuperare il deficit che gli uomini hanno rispetto alle donne nel mettere in scena scene intime (ho misurato pure quello, io misuro tutto).

"Ridurre il deficit" è un'affermazione neutra, che ognuno legge secondo le proprie lenti.

Però il fatto che ci sia - a torto o ragione - un riflesso pavloviano sul termine deficit e nessuno che abbia commentato sul fatto che ci sia la possibilità che l'Improvvisazione sia immersa in un sistema dove le donne che non si adattano alla Cultura Dominante vengono espulse o vengono tenute, benevolmente, in una condizione di inferiorità mi dà da pensare. Deve darci da pensare.

PROFESSOR DE FENOMENIIS – Però mica è così dappertutto!

DOTTOR DIVAGO – Ovviamente: ogni generalizzazione è sbagliata, si sa. Nell'improvvisazione ci sono realtà a trazione femminile, altre dove ambedue i generi sono equamente rappresentati, spettacoli e corsi a maggioranza femminile e così via. Però non è questo il punto.

Il punto è: davvero sono l'unico a pensare che ci siano differenze strutturali e che invece di nascondere la polvere sotto il tappeto - perché sappiamo tutti che parlare di differenze di genere per un uomo equivale a entrare bendato in un campo minato - sarebbe bene affrontare la questione e ridurre il deficit che queste differenze generano, qualunque sia questo deficit?

PROFESSOR DE FENOMENIIS – Penso che la domanda piuttosto sia “ma perché devo mettermi questo problema?” Io insegno improvvisazione e basta. Le persone vengono a fare improvvisazione perché si divertono e perché le fa stare bene. Perché tutti questi problemi? Le donne, le differenze strutturali, il deficit, la propensione al rischio: noi facciamo improvvisazione e basta. E basta. Le sue sono seghe mentali. Seghe mentali che non interessano a nessuno.

PRUDENTE – “Sega mentale” mi pare un po’ maschilista...

DOTTOR DIVAGO – Vero. Le mie sono seghe mentali. E uso anche un linguaggio difficile. Però non sono solo uno che improvvisa, sono uno che insegna. E insegnando dobbiamo tenere a mente due cose: la prima è che abbiamo a che fare con delle persone, la seconda è che non è possibile pensare che ciò che insegniamo rimanga confinato dentro l’aula come se quella fosse un luogo separato dal resto del Mondo,

PRUDENTE – De Fenomeniis, mi sa che l’hai fatto incazzare.

DOTTOR DIVAGO – In trent’anni di attività ho visto camionate di persone venute a fare improvvisazione piene di entusiasmo, poi lasciarla convinte di essere incapaci di improvvisare. E solo perché i loro insegnanti erano dei cani che sfogavano le loro frustrazioni su di loro. Io gli insegnanti che mi hanno detto “la verità è che le donne non sono fatte per l’improvvisazione” li ho conosciuti. E questi sono ancora lì che insegnano!

PRUDENTE – Sì, l’hai fatto incazzare.

DOTTOR DIVAGO – E sapete qual è l’ironia del tutto? Di affermazioni come “la verità è che le donne non sono fatte per l’improvvisazione”, “non ci sono differenze strutturali”, “recuperare il deficit”? Che l’improvvisazione l’ha inventata una donna! E l’ha inventata proprio per superare quella che lei stessa ha chiamato Sindrome da Approvazione/Disapprovazione! Sta scritto proprio di suo pugno, nero su bianco all’inizio del suo libro Improvisation For The Theatre. Ora dimmi che non ci sono differenti meccanismi di Approvazione/Disapprovazione tra uomini e donne! E leggiti ‘sti libri se vuoi insegnare: te li hanno anche tradotti in italiano.

E se non ti basta Viola Spolin c’è anche Keith Johnstone: te la sei letta l’Introduzione a Impro o l’hai saltata perché cercavi giusto gli esercizi fighi da proporre agli allievi?

PROFESSOR DE FENOMENIIS – Ehm…

DOTTOR DIVAGO – Uno dei motivi per cui l’Improvvisazione Teatrale è considerata meno di zero è perché c’è gente come te che insegna senza sapere perché esiste quello che insegna!

PRUDENTE – Dottore, sta divagando.

DOTTOR DIVAGO – No, non sto divagando. Sto dicendo che l’Improvvisazione non è nata per andare a fare i pagliacci sul palco, è nata per aiutare le persone. Poi se uno vuole andare sul palco ci vada e faccia quello che crede, ma deve sapere da dove viene quello che sta facendo. Ognuno usi lo strumento come crede, l’Improvvisazione è libertà, ma lo strumento lo si deve conoscere. Ai nostri corsi insegniamo un’infarinatura di Storia Del Teatro e non spendiamo due parole sulla Storia Dell’Improvvisazione: siamo una specie di “1984” del discount!

L'Improvvisazione può essere un volano di Democrazia: chi improvvisa impara a sospendere il giudizio, ad ascoltare l'altro, a riconoscere l'altro, a creare assieme all'altro nella frizione con l'altro; improvvisare è una costante rinegoziazione con l'altro delle priorità e delle necessità.

PROFESSOR DE FENOMENIIS - Mi sembra un po' azzardata come affermazione.

DOTTOR DIVAGO -Rileggetevi l'Articolo 3 della Costituzione e ditemi se non ricalca pari pari quello che dovrebbe essere l'improvvisazione!

Quindi, se per amore del quieto vivere ignoro quello che vedo, come la diversa propensione al rischio tra uomini e donne. oppure il già citato rapporto 1 a 3 di chi va sul palcoscenico, da insegnante sto dando "pari dignità sociale [...] senza distinzione di sesso [...] di condizioni personali e sociali" rimuovendo "gli ostacoli di ordine [...] sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese"?

PROFESSOR DE FENOMENIIS – Mah!

DOTTOR DIVAGO – Può darsi che io stia prendendo un abbaglio, ci sta. Può darsi che l'Improvvisazione sia un'isola felice dove l'Art.3 ha già trovato la sua piena attuazione. Può darsi che io sia un vecchio fanatico e rincoglionito.

PROFESSOR DE FENOMENIIS – Ecco.

DOTTOR DIVAGO – Ma c'è qualcuno che, non dico possa produrre dei numeri per smentire quanto scrivo, ma che riesca a superare il riflesso pavloviano che fa sì che le donne saltino alla gola di chiunque affermi che, se vediamo le differenze come ricchezza e non come motivo per soggiogare l'altro, magari uomini e donne sono diversi senza che questo sia per forza un male? Possiamo pensare a questa differenza - anzi a una qualsiasi differenza: uomini, donne, bianchi, neri, gay, etero  - senza che implichi per forza una gerarchia di valore?

PROFESSOR DE FENOMENIIS - "Gerarchia di valore"? Ma come parli? Mi sembri uno uscito da un film di Nanni Moretti.

PRUDENTE – Però Dottore, se mi permette, il fatto che lei sia un uomo dà a tutto il suo discorso un taglio un po’ ipocrita.

PROFESSOR DE FENOMENIIS – Puoi togliere “un po’ “.

DOTTOR DIVAGO – Sia chiaro, io sono maschio, bianco, etero e vivo pure in un industriosa città del Nord, lo so. Ma so anche che questo vuole dire che ho in mano le carte migliori del mazzo. E che se voglio tenere in mano queste carte non devo fare niente, mi basta ignorare quello che vedo. Tanto, visto che mi piace andare sul palco ho tre volte di più la possibilità di una donna di farlo, no? E gli uomini hanno imparato a starsene fuori da queste discussioni: sanno che ne usciranno comunque con le ossa rotte, mentre fino a che non parlano non devono scoprire le loro carte. Solo i più stupidi entrano in queste discussioni.

PRUDENTE - Dottore, lei ci è entrato. Anzi, la discussione l'ha proprio proposta lei.

DOTTOR DIVAGO – Vero. Però chiunque abbia letto la quarta di copertina del testo più scrauso sul Femminismo, sa che il Femminismo non riguarda la superiorità della Donna sull'Uomo, ma la redistribuzione più equa del Potere. E cosa insegna l'Improvvisazione se non a ripartire il Potere in maniera più equa?

PROFESSOR DE FENOMENIIS – Si vabbè, ciao.

DOTTOR DIVAGO – Sì, caro Professor De Fenomiis: quando insegniamo a improvvisare, tra le altre cose, insegniamo a cedere all’altro parte del potere che vorremmo arrogarci per potere veramente costruire qualcosa insieme. Mi dispiace se ti hanno insegnato che l’Improvvisazione è IdeaX + IdeaY = ScenaZ. Questo è un monumento all’Ego di chi improvvisa. È prendersi a cornate. Se non insegni a chi improvvisa a cedere il potere all’altro, ad ridurre il proprio bisogno di controllare e decidere anche per l’altro al fine di creare una scena assieme assieme, stai solo insegnando delle tecniche per fingere di stare collaborando mentre invece si cerca di dimostrare chi dei due ce l’ha più lungo. Saper improvvisare è anche saper ridistribuire il potere. 

PROFESSOR DE FENOMENIIS – Questo con l’Improvvisazione non c’entra nulla. È solo un tuo volo pindarico: a te non piace come si improvvisa perché hai le tue idee, che nessuno segue, e dall’alto della tua spocchia ti senti in diritto di gettare merda su tutto e tutti. Questa è la verità. Fai il difensore delle donne quando loro sono state ad attaccarti. Ogni tanto te ne esci fuori con qualcosa di nuovo per fare l’originale, ad Agosto era l’Antifragilità e ora questo “ridurre il deficit” solo perché fa figo.

DOTTOR DIVAGO - Qui non parliamo di ridurre il deficit perché è giusto o perché fa figo. Parliamo di pura e semplice improvvisazione. Più il mio compagno in scena è libero da costrizioni consapevoli o inconsapevoli e meglio potrà improvvisare con me. Ma perché insegnare l’uso della voce va bene e intervenire sulle differenze di genere no? Non stiamo intervenendo sul permettere a chi improvvisa di poterlo fare con strumenti ancora migliori? Qui non si sta parlando di fare la rivoluzione partendo dall’improvvisazione, ma di mettere le persone nella condizione di improvvisare meglio. Poi è chiaro che, come quando s’impara a parlare in pubblico quella competenza ce la si porta nel quotidiano, allo stesso modo quell’empowerment non resta confinato ai muri della sala prove.

PROFESSOR DE FENOMENIIS – "Empowerment": è tornato Nanni Moretti! Lo sai cosa gliene frega a chi s’iscrive a un corso d’Improvvisazione del tuo "empowerment"? Quelli vengono per divertirsi.

DOTTOR DIVAGO – Certo che vengono per divertirsi, ma una cosa non esclude l’altra. Perché si deve sempre pensare alle cose in termini o/o e non in termini diversi? Chi viene a fare un corso d'improvvisazione viene perché si diverte e sta bene. E quello gli basta.  Ma un conto è il discente e un altro è il docente. Tu, docente, devi sapere cosa smuove ciò che insegni, altrimenti non sei un insegnante, sei un ammaestratore. In un corso di improvvisazione ti arriva pari pari quello che già è presente nella società, sta a te insegnante intervenire e rimuovere i blocchi, i pregiudizi, gli stereotipi e le discriminazioni. Ma che diamine: viviamo in una società maschilista, ti mostro che nelle foto degli spettacoli ci sono tre improvvisatori maschi per ogni improvvisatrice e mi dici che questo non c’entra niente e che non ci sono differenze strutturali tra uomini e donne nell’Improvvisazione? Tre uomini per ogni donna: che messaggio stai facendo passare? O che quella singola donna in scena, se ha voluto improvvisare, si è dovuta adattare a farlo secondo degli standard fissati da uomini o che è lì a fare la Riserva Indiana!

PROFESSOR DE FENOMENIIS – Che vuol dire “ si è dovuta adattare a farlo secondo degli standard fissati da uomini ”? L’Improvvisazione una è, mica ci sono differenze tra uomini e donne. Le differenze sono culturali. 

DOTTOR DIVAGO – Non ci provare!

GALILEO – Scusate?

PRUDENTE – Oddio! E chi sono questi due?

GALILEO – Sono Galileo Galilei.

PLATONE – E io sono Platone. Siamo venuti a dire che questa pagliacciata del Dialogo per discutere dell' argomento potete anche farla finire qui.

DOTTOR DIVAGO – Come pagliacciata? Ma come vi permettete?

PLATONE - Se permette io di dialoghi me ne intendo: Il Simposio, La Repubblica, l’Apologia Di Socrate, Il Fedro, Il Politico, devo continuare?

GALILEO – E a me l’Inquisizione ha fatto un mazzo così per il Dialogo Sopra I Due Massimi Sistemi Del Mondo. Mi ha fatto abiurare, mi ha fatto. E tu Divago fai il martire per un paio di critiche? Non dureresti cinque minuti davanti al Sant’Uffizio.

PLATONE – Quindi la chiudiamo qui va bene? Divago: a casa!

PROFESSOR DE FENOMENIIS - Finalmente se ne è andato via. Lui e le sue idee bislacche. "Le differenze strutturali tra uomini e donne": uno dovrebbe capire quando è ora di andare in pensione.

PRUDENTE – Alla fine tante chiacchiere e nessuno ha cavato un ragno dal buco. Lui non ti ha convinto e tu non hai scalfito le sue convinzioni. Che dici, ci sta un birrino prima di scomparire?

VLADIMIRO – Scusate signori, io e il mio amico Estragone stavamo aspettando il Signor Godot, mica l’avete visto, per caso?


Il minimo sindacale

  Quando iniziai a scrivere qui mi ripromisi che avrei scritto soltanto se avessi avuto qualcosa di intelligente da dire e non per generare ...