Tra i miei talenti c'è anche quello di andarmi a infilarmi consapevolmente in situazioni senza speranza solo perché penso sia necessario farlo. Cosa che ho fatto pochi giorni scrivendo un post su Facebook che riprendeva una surreale polemica sorta attorno al Prof. Barbero e che riporto testualmente:
"Chiunque insegni improvvisazione sa che ci sono differenze strutturali tra uomini e donne.
Uno può sbattersene, fingendo che queste differenze non ci siano e aspettare che sia la naturale evoluzione delle cose a espellere le donne dall'improvvisazione, può dire "poverine" creando così l'handicap, oppure lavorare per ridurre il deficit.
A ciascuno la sua scelta, anche quella di negare l'evidenza (o l'italiano)."
Mio fratello, che mi vuole bene, mi ha prontamente scritto.
Ma io, testardo come ogni Capricorno che si rispetti ho proseguito imperterrito, consapevole di avere scritto qualcosa di impopolare, ma non per questo per forza sbagliato.
Facebook non è un luogo dove dibattere: richiede una comunicazione veloce, il contesto quasi sempre collassa e in gioco non c'è quasi mai un concetto, ma l'immagine di sé che si vuol dare. Invece per chiarire certi concetti c'è bisogno di pensieri lunghi.
Quindi benvenute e benvenuti nei pensieri lunghi, se siete suscettibili fate ancora in tempo a smettere di leggere, se vi sentite chiamati in causa poco sotto c'è un immagine per voi, se sarete scandalizzate/i bene.
|
Quel puntino luminoso è dove siamo voi, io e le nostre opinioni. |
Pronti (da ora in poi uso il maschile per il neutro come ha ribadito da poco l'Accademia Della Crusca, nulla di personale. Se non vi sta bene seguite il link e lamentatevi con loro, ok?)
Visto che quello che voglio dire probabilmente sarà un mattone, per renderlo più fruibile l'ho reso sotto forma di dialogo. buona lettura.
PS - mentre scrivevo queste righe, in Parlamento andava in scena la vergogna del DDL Zan. Non ci sono parole per descrivere questa infamia. Un diritto se non è universale è un privilegio.
DIALOGO SULLE STANZE, GLI ELEFANTI IN ESSE CONTENUTI, RIFLESSI PAVLOVIANI E DEMOCRAZIA
Personaggi
Dottor
Divago - Anziano docente di improvvisazione, idealista e sprovveduto
Professor De Fenomeniis
- Docente di Improvvisazione ben addentro la materia.
Prudente
– Docente di Improvvisazione meno addentro la materia, ma più
avvezzo alle trappole della vita
Platone
– Filosofo
Galileo
– Scienziato
Vladimiro
ed Estragone - Passanti
PROFESSOR DE FENOMENIIS – Beh, direi che se volevi farti detestare, caro Dottor Divago, non
potevi fare scelta migliore: già, da maschio quale sei, scrivere su
Facebook un post sulle differenze di genere è andarsela a cercare,
poi riprendere le parole del Prof. Barbero che vedi essere da due
giorni in un tritacarne, mi sembra una mossa abbastanza ingenua. E
infatti ti è stato chiarito che quelle “differenze strutturali”
non ci sono proprio. Com’è che le hanno definite? Ah, ecco:
“cazzate”. E a dirlo è stata una donna: punto, set, match.
PRUDENTE – Attento De Fenomeniis, tu ed siamo gli antagonisti dentro un Dialogo: il
nostro ruolo è quello di fare la figura dei minchioni. È chiaro che
le cose non stanno così, sennò non saremmo qui. Dammi retta: meno
parli e prima ce ne andiamo a casa.
Dottor
Divago – Caro Professor De Fenomeniis, parto dalla fine. Il fatto che a dire una
cosa inesatta sia stata una donna o un uomo è irrilevante. Se una
cosa è falsa è falsa. Nascondersi dietro il dito del “è stata
una donna a dirlo” non solo non aiuta a fare chiarezza, ma sottende
che a una donna bisogna dare sempre ragione come si fa coi matti o
che bisogna farlo perché le donne sono delle rompicoglioni e allora
meglio chiudere subito certe discussioni. Sicuramente una donna che
vive sulla propria pelle le conseguenze di quelle differenze
strutturali ha tutto il diritto di dire la sua e di venire ascoltata
con attenzione, ma se dice un’inesattezza e non la si corregge, la
si mantiene in uno stato di ignoranza che non aiuta nessuno.
PROFESSOR DE FENOMENIIS – Il tuo potrebbe sembrare mansplaining.
Dottor
Divago – Vero. Ma sei stato tu a tirare fuori il “e a
dirlo è stata una donna”…
PRUDENTE – In realtà siamo dentro un Dialogo fittizio, chiaro che tu che
scrivi dietro lo pseudonimo ci fai dire quello che ti pare.
Dottor
Divago – Zitto Prudente, non interrompere il Dottore mentre parla.
PRUDENTE - E poi avete notato che in questo dialogo si parla di donne, ma siamo tutti uomini?
DOTTOR DIVAGO - Vero. Però non mi pareva corretto inserire una donna che diceva ciò che un uomo voleva che dicesse. Dobbiamo dare loro spazi dove siano libere di esprimersi, non sostituirci a loro. Tornando a noi: De Fenomeniis, sei stato tu a tirare fuori il “e a dirlo è stata una
donna”, non io. Inoltre Professore, tu mi conosci bene: se a dirlo fosse
stato un uomo non avrei fatto lo stesso identico spiegone anche a
lui? Ci vivo di spiegoni!
PROFESSOR DE FENOMENIIS – In effetti…
Dottor
Divago – Bene. Chiarito questo proseguiamo. Dire che ci sono
differenze strutturali non significa che ci sono differenze
biologiche o culturali, indica proprio strutturali. Se
avessi voluto intendere qualcosa di diverso avrei cercato il termine
esatto.
Strutturale
significa legato alla struttura;
al variare della struttura, variano le differenze.
PRUDENTE – Perché c’è un link alla Treccani su “struttura”?
Dottor
Divago
– Perché così non mi rompono i coglioni equivocando sul termine.
Riprendiamo. Per
esempio: la grafite e il diamante sono tutti
e due costituiti da atomi di carbonio, quello che fa la differenza è
la disposizione di questi atomi. Nella grafite questi atomi sono
disposti su dei piani con legami deboli tra un piano e l’altro, nel
diamante la struttura è più compatta e i legami sono più forti. Ma
sempre di carbonio si tratta.
PROFESSOR DE FENOMENIIS – E sentiamo: tra l’uomo e la donna chi sarebbe il diamante e chi
la grafite?
Dottor
Divago
– Questa è una domanda stupida.
PROFESSOR DE FENOMENIIS – Mi stai dando dello stupido?
Dottor
Divago
– No. Ho detto che è la domanda ad essere stupida. Esci dal centro
dell’Universo. Sai quanta gente mi ha tolto l’amicizia su
Facebook dicendomi di averli offesi perché invece avevo solo scritto
che il loro ragionamento era idiota?
PROFESSOR DE FENOMENIIS – Beh…
Dottor
Divago
– Esci
– Dal – Centro – Dell’ – Universo!
PRUDENTE – Scusi Dottore, ma questo cosa c’entra con il diamante e la
grafite?
Dottor
Divago
- Se mi chiamano Dottor Divago ci sarà un motivo, no? Comunque, caro Prudente, io
non ho detto che l’uomo è il diamante e la donna è la grafite, io
parlavo di mineralogia e basta. Il volere attribuire secondi fini
alle affermazioni ci allontana dalla chiarezza di pensiero. Se
preferisci posso usare come esempio la calcite e l’aragonite
tanto
il concetto che a variare è la struttura ma non gli elementi che la costituiscono non cambia.
PRUDENTE – Questo della calcite era solo per farci sapere che ha una laurea in Scienze
Geologiche…
DOTTOR
DIVAGO – E che all’esame di mineralogia presi 30 e lode.
Se,
come
alcune persone hanno inteso,
avessi scritto che
le differenze sono biologiche,
allora
avrei
inteso che tali differenze non sono recuperabili: per quanto mi possa
impegnare, in quanto uomo non potrò mai allattare al seno. Inoltre
queste differenze
le
troveremmo identiche in ogni luogo e ogni epoca storica, cosa che
invece
non accade.
Avrei
potuto definire
queste differenze
come
culturali,
ma culturale
è
un termine riduttivo; sicuramente tra
uomo e donna ci
sono differenze culturali, ma ritengo che sia più la cultura
dominante imperniata
sulla presunta superiorità del maschio
a generare discriminazioni di genere che le effettive
differenze
culturali tra uomini e donne. Non ho elementi per dire se sia la
cultura dominante ad avere generato le famigerate differenze
strutturali o se ne sia stata generata, non sono un neuroscienziato…
PRUDENTE – Pure umile.
DOTTOR
DIVAGO -
...ma rimane il fatto che viviamo immersi in una visione distorta
delle figure maschile e femminile e tra Cultura Dominante e
Differenze Strutturali c'è un meccanismo di retroazione che rende
difficile (e inutile, a mio parere) capire cosa generi cosa.
PROFESSOR DE FENOMENIIS – Retroazione?
DOTTOR
DIVAGO – Autopompante.
PROFESSOR DE FENOMENIIS – Ah, capito. Ma allora Dottore, ammesso e non concesso che queste
presunte differenze strutturali esistano, nell’improvvisazione dove
stanno?
DOTTOR
DIVAGO - Vi propongo una verifica semplice: riprendete i vostri
appunti e confrontate quante volte le vostre allieve hanno fatto
un'entrata a cazzo in una scena rispetto a quante volte l'hanno fatto
i vostri allievi.
PROFESSOR DE FENOMENIIS – Scusa?
DOTTOR
DIVAGO - Voi, prima di indignarvi perché ho detto che ci sono
differenze strutturali tra uomini e donne, avete verificato che tali
differenze non ci siano vero?
PROFESSOR DE FENOMENIIS – Ehm…
PRUDENTE - Ehm...
DOTTOR
DIVAGO - Aver creduto per duemila anni che il Sole girasse attorno
alla Terra non è stato sufficiente a fare sì che ci girasse
davvero. Allo stesso modo desiderare fortissimamente che non ci siano
differenze nelle entrate a cazzo in scena tra uomini e donne non è
sufficiente a fare sì che quella sia la realtà delle cose. Se non
si hanno dati si hanno solo opinioni. E un’opinione non fondata sui
dati non è un opinione.
PROFESSOR DE FENOMENIIS - “Un’opinione non fondata sui dati non è un opinione”. Bella
questa, me la segno.
DOTTOR
DIVAGO – L’ho letta su Topolino.
PRUDENTE – Te l’avevo detto che eravamo qui solo per fare la figura dei
minchioni.
DOTTOR
DIVAGO - Scusate la digressione, ripeto la
domanda: quante volte le vostre allieve hanno fatto un'entrata a
cazzo in una scena rispetto a quante volte l'hanno fatto i vostri
allievi? Io questo l'ho misurato..
PRUDENTE – L’ha misurato?
DOTTOR
DIVAGO – Sì.
Ho una vita
vuota, e allora?
L’ho misurato e
per quello che riguarda la mia esperienza, cosa che non ha valore
statistico alcuno, le donne fanno molte meno entrate a cazzo di un
uomo.
Questo
può dire due cose: che le
donne sanno leggere una scena e sapere che quell'entrata manderà
tutto in vacca meglio di un uomo, oppure che gli uomini hanno una
maggiore propensione al rischio delle donne.
PROFESSOR DE FENOMENIIS – E…?
DOTTOR
DIVAGO - Quali sono le cause? Non lo so, non sono un sociologo o uno
psicologo, ma è una differenza che ho osservato e che mi sono
attivato per ridurre.
Per
quella che è la mia personale visione dell'improvvisazione
preferisco aumentare le entrate a cazzo delle donne che ridurre
quelle degli uomini: solo mandando in vacca le scene e riflettendo
sull'accaduto si può acquisire quella sensibilità necessaria a fare
le giuste entrate. Se invece fosse che le donne leggono meglio la
scena, aumentando le entrate a cazzo tale capacità non andrà persa. Ma poi, parliamone: esistono poi entrate giuste o sbagliate nell’Improvvisazione?
PRUDENTE – Per favore, Dottore!
DOTTOR
DIVAGO – Ok, scusate. Riprendiamo.
Nel
mentre che aspettiamo la fine dei corsi per confrontare le vostre
misurazioni su queste entrate in scena, per vedere se ci siano o no
differenze strutturali tra uomini e donne nell'improvvisazione potete
fare un'altra cosa: aprite Facebook, guardate le foto degli
spettacoli di improvvisazione che stanno venendo fatti e calcolate il
rapporto donne/uomini per ogni spettacolo.
Ma
non solo. Se guardate le foto degli spettacoli della vostra
associazione potete facilmente confrontare quel dato con altri due
interessanti rapporti: quello donne/uomini nel parco attori e quello
donne/uomini tra gli iscritti dei primi anni di quegli attori che
vedete nelle foto.
Mi
auguro che quel rapporto sia costante nel tempo e si attesti sul
50/50.
PROFESSOR DE FENOMENIIS – Non ho capito.
DOTTOR
DIVAGO - Se
ci fossero, che so, squadre composte da tre uomini e una donna (ma
cosa vado a pensare!) come risultato finale di un corso triennale al
quale all’origine
s’
erano iscritti ambedue i generi in ugual misura, sarebbe bello
indagare sulle cause. Quel drastico calo di improvvisatrici è stato
dovuto a un clima maschilista, al fatto che "non fossero portate
per l'improvvisazione" o per differenze strutturali non
affrontate?
PROFESSOR DE FENOMENIIS - La risposta più semplice potrebbe essere: "Perché al I°
Anno s'iscrive una donna ogni tre uomini"?
DOTTOR
DIVAGO - E a quel punto la domanda che sorge spontanea è: "Allora
perché la scuola di fianco alla tua è composta all'80% da donne?”
Perché vanno tutte lì? Dopotutto l'improvvisazione sempre quella è!
In
sostanza già quel dato di tre uomini sul palco per ogni donna
dovrebbe farci pensare. Può essere che i corsi d'improvvisazione
attirino molti più uomini che donne, può essere che il processo
d'insegnamento espella molte più donne dai corsi rispetto agli
uomini, può essere che la Direzione Artistica decida che devono
esserci più uomini che donne sul palco per motivi a noi oscuri, può
essere che la differente distribuzione dei carichi di lavoro nella
società costringa le donne a fare meno spettacoli rispetto alla loro
controparte maschile. Può essere un milione di altre cause, ma fatto
sta che in sacco di foto di spettacoli di improvvisazione si vedono sul
palco più uomini che donne.
A questo punto la scelta è: fare
finta di niente oppure sollevare la questione per provare a
riflettere, pur sapendo che parlare di questioni di genere su Facebook
equivale a suonare la campanella davanti ai cani di Pavlov.
PROFESSOR DE FENOMENIIS – Immagino che un sacco di gente sarà contenta di vedersi
associata ai cani di Pavlov...
PRUDENTE - Di campanelle in quel post ce n'erano a bizzeffe, ma due sono state
quelle che hanno innescato le maggiori salivazioni: "differenze
strutturali" e "ridurre il deficit".
DOTTOR
DIVAGO - Personalmente trovo ironico che
nessuno si sia scandalizzato per la parte "uno
può sbattersene, fingendo che queste differenze non ci siano e
aspettare che sia la naturale evoluzione delle cose a espellere le
donne dall'improvvisazione", mentre il termine "Deficit"
abbia suscitato così tanta emozione. Solo
qualcuno, estraneo all'improvvisazione, ha fatto notare che, per
definizione, un insegnante non aspetta.
PROFESSOR DE FENOMENIIS – Rimarcare quest’ultima cosa non la farà certamente amare di più.
DOTTOR
DIVAGO – Mica l’ho detto io che un insegnante, per definizione,
non aspetta. Ma non divaghiamo.
PRUDENTE – E se lo dice lui di non divagare…
DOTTOR
DIVAGO - Ora,
se sul palco vedo una donna ogni tre uomini, un deficit di
rappresentatività c'è oppure no? Se nei miei corsi c'è una marcata
differenza nelle entrate in scena tra allievi ed allieve, che si
traduce in una diversa propensione al rischio, significa che c'è un
deficit che devo recuperare. Come, dall'altra parte, devo recuperare
il deficit che gli uomini hanno rispetto alle donne nel mettere in
scena scene intime (ho misurato pure quello, io misuro tutto).
"Ridurre
il deficit" è un'affermazione neutra, che ognuno legge secondo
le proprie lenti.
Però il fatto che ci sia - a torto o ragione - un
riflesso pavloviano sul termine deficit e nessuno che abbia
commentato sul fatto che ci sia la possibilità che l'Improvvisazione
sia immersa in un sistema dove le donne che non si adattano alla
Cultura Dominante vengono espulse o vengono tenute, benevolmente, in
una condizione di inferiorità mi dà da pensare. Deve darci da pensare.
PROFESSOR DE FENOMENIIS – Però mica è così dappertutto!
DOTTOR
DIVAGO – Ovviamente: ogni generalizzazione è sbagliata, si sa.
Nell'improvvisazione ci sono realtà a trazione femminile, altre dove
ambedue i generi sono equamente rappresentati, spettacoli e corsi a
maggioranza femminile e così via. Però non è questo il punto.
Il
punto è: davvero sono l'unico a pensare che ci siano differenze
strutturali e che invece di nascondere la polvere sotto il tappeto - perché sappiamo tutti che parlare di differenze di genere per un
uomo equivale a entrare bendato in un campo minato - sarebbe bene
affrontare la questione e ridurre il deficit che queste differenze
generano, qualunque sia questo deficit?
PROFESSOR DE FENOMENIIS – Penso che la domanda piuttosto sia “ma perché devo mettermi
questo problema?” Io insegno improvvisazione e basta. Le persone
vengono a fare improvvisazione perché si divertono e perché le fa
stare bene. Perché tutti questi problemi? Le donne, le differenze
strutturali, il deficit, la propensione al rischio: noi facciamo
improvvisazione e basta. E basta. Le sue sono seghe mentali. Seghe
mentali che non interessano a nessuno.
PRUDENTE – “Sega mentale” mi pare un po’ maschilista...
DOTTOR
DIVAGO – Vero.
Le mie sono seghe mentali. E uso anche un linguaggio difficile. Però
non sono solo uno che improvvisa, sono uno che insegna. E insegnando
dobbiamo tenere a mente due cose: la prima è che abbiamo a che fare
con delle persone, la seconda è che non è
possibile pensare che ciò che insegniamo rimanga confinato dentro
l’aula come se quella fosse un luogo separato dal resto del Mondo,
PRUDENTE – De Fenomeniis, mi sa che l’hai fatto incazzare.
DOTTOR
DIVAGO – In trent’anni di attività ho visto camionate di persone
venute a fare improvvisazione piene di entusiasmo, poi lasciarla convinte di essere incapaci
di improvvisare. E solo perché i loro insegnanti erano dei cani che
sfogavano le loro frustrazioni su di loro. Io gli insegnanti che mi
hanno detto “la verità è che le donne non sono fatte per
l’improvvisazione” li ho conosciuti. E questi sono ancora lì che
insegnano!
PRUDENTE – Sì, l’hai fatto incazzare.
DOTTOR
DIVAGO – E sapete qual è l’ironia del tutto? Di affermazioni come “la verità
è che le donne non sono fatte per l’improvvisazione”, “non
ci sono differenze strutturali”, “recuperare il deficit”?
Che l’improvvisazione l’ha inventata una donna! E l’ha
inventata proprio per superare quella che lei stessa ha chiamato Sindrome da
Approvazione/Disapprovazione! Sta scritto proprio di suo pugno, nero su bianco all’inizio del suo libro Improvisation
For The Theatre. Ora
dimmi che non
ci sono differenti meccanismi di Approvazione/Disapprovazione tra
uomini e donne! E leggiti ‘sti libri se vuoi insegnare: te li hanno
anche tradotti in italiano.
E
se non ti basta Viola Spolin
c’è
anche Keith Johnstone: te la sei letta l’Introduzione a Impro o
l’hai saltata perché cercavi giusto gli esercizi fighi da proporre agli
allievi?
PROFESSOR DE FENOMENIIS – Ehm…
DOTTOR
DIVAGO – Uno dei motivi per cui l’Improvvisazione Teatrale è
considerata meno di zero è perché c’è gente come te che insegna
senza sapere perché esiste quello che insegna!
PRUDENTE – Dottore, sta divagando.
DOTTOR
DIVAGO – No, non sto divagando. Sto dicendo che
l’Improvvisazione non è nata per andare a fare i pagliacci sul
palco, è nata per aiutare le persone. Poi se uno vuole andare sul
palco ci vada e faccia quello che crede, ma deve sapere da dove viene
quello che sta facendo. Ognuno
usi lo strumento come crede, l’Improvvisazione è libertà, ma lo
strumento lo si deve conoscere. Ai
nostri corsi insegniamo un’infarinatura di Storia Del Teatro e non
spendiamo due parole sulla Storia Dell’Improvvisazione: siamo una specie di “1984” del discount!
L'Improvvisazione
può essere un volano di Democrazia: chi improvvisa impara a
sospendere il giudizio, ad ascoltare l'altro, a riconoscere l'altro,
a creare assieme all'altro nella frizione con l'altro; improvvisare è
una costante rinegoziazione con l'altro delle priorità e delle
necessità.
PROFESSOR DE FENOMENIIS - Mi sembra un po' azzardata come affermazione.
DOTTOR DIVAGO -Rileggetevi l'Articolo
3 della Costituzione e ditemi se non ricalca pari pari quello che
dovrebbe essere l'improvvisazione!
Quindi,
se per amore del quieto vivere ignoro quello che vedo, come la
diversa propensione al rischio tra uomini e donne. oppure il già
citato rapporto 1 a 3 di chi va sul palcoscenico, da insegnante sto
dando "pari
dignità sociale [...] senza distinzione di sesso [...] di condizioni
personali e sociali"
rimuovendo "gli
ostacoli di ordine [...] sociale, che, limitando di fatto la libertà
e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della
persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori
all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese"?
PROFESSOR DE FENOMENIIS – Mah!
DOTTOR
DIVAGO – Può darsi che io stia prendendo un abbaglio, ci
sta. Può darsi che l'Improvvisazione sia un'isola felice dove
l'Art.3 ha già trovato la sua piena attuazione. Può darsi che io
sia un vecchio fanatico e rincoglionito.
PROFESSOR DE FENOMENIIS – Ecco.
DOTTOR
DIVAGO – Ma c'è qualcuno che, non dico possa produrre dei
numeri per smentire quanto scrivo, ma che riesca a superare il
riflesso pavloviano che fa sì che le donne saltino alla gola di
chiunque affermi che, se vediamo le differenze come ricchezza e non come motivo per soggiogare l'altro, magari uomini e donne sono diversi senza che questo sia per forza un male? Possiamo pensare a questa differenza - anzi a una qualsiasi differenza: uomini, donne, bianchi, neri, gay, etero - senza che implichi per forza una gerarchia di valore?
PROFESSOR DE FENOMENIIS - "Gerarchia di valore"? Ma come parli? Mi sembri uno uscito da un film di Nanni Moretti.
PRUDENTE – Però Dottore, se mi permette, il fatto che lei sia un uomo dà a
tutto il suo discorso un taglio un po’ ipocrita.
PROFESSOR DE FENOMENIIS – Puoi togliere “un po’ “.
DOTTOR
DIVAGO – Sia chiaro, io sono maschio, bianco, etero e vivo
pure in un industriosa città del Nord, lo so. Ma so anche che questo
vuole dire che ho in mano le carte migliori del mazzo. E che se
voglio tenere in mano queste carte non devo fare niente, mi basta
ignorare quello che vedo. Tanto, visto che mi piace andare sul palco
ho tre volte di più la possibilità di una donna di farlo, no? E gli uomini hanno imparato a starsene fuori da queste discussioni: sanno che ne usciranno comunque con le ossa rotte, mentre fino a che non parlano non devono scoprire le loro carte. Solo i più stupidi entrano in queste discussioni.
PRUDENTE - Dottore, lei ci è entrato. Anzi, la discussione l'ha proprio proposta lei.
DOTTOR DIVAGO – Vero. Però
chiunque abbia letto la quarta di copertina del testo più scrauso
sul Femminismo, sa che il Femminismo non riguarda la superiorità
della Donna sull'Uomo, ma la redistribuzione più equa del Potere. E
cosa insegna l'Improvvisazione se non a ripartire il Potere in
maniera più equa?
PROFESSOR DE FENOMENIIS – Si vabbè, ciao.
DOTTOR
DIVAGO – Sì, caro Professor De Fenomiis: quando
insegniamo a improvvisare, tra le altre cose, insegniamo a cedere
all’altro parte del potere che vorremmo arrogarci per potere
veramente costruire qualcosa insieme. Mi dispiace se ti hanno
insegnato che l’Improvvisazione è IdeaX + IdeaY = ScenaZ. Questo è
un monumento all’Ego di chi improvvisa. È
prendersi a cornate. Se non insegni a chi improvvisa a cedere il
potere all’altro, ad
ridurre il proprio bisogno
di controllare e decidere anche per l’altro
al fine di
creare una scena assieme assieme,
stai solo insegnando delle tecniche per fingere
di stare collaborando mentre invece si cerca di
dimostrare chi dei due ce l’ha più lungo. Saper improvvisare è anche saper ridistribuire il potere.
PROFESSOR DE FENOMENIIS – Questo con l’Improvvisazione non c’entra
nulla. È solo un tuo volo pindarico: a te non piace come si
improvvisa perché hai le tue idee, che nessuno segue, e dall’alto
della tua spocchia ti senti in diritto di gettare merda su tutto e
tutti. Questa è la verità. Fai il difensore delle donne quando loro
sono state ad attaccarti. Ogni tanto te ne esci fuori con qualcosa di
nuovo per fare l’originale, ad Agosto era l’Antifragilità e ora
questo “ridurre il deficit” solo perché fa figo.
DOTTOR
DIVAGO - Qui non parliamo di ridurre il
deficit perché è giusto o perché fa figo. Parliamo di pura e
semplice improvvisazione. Più il mio
compagno in scena è libero da costrizioni consapevoli o
inconsapevoli e meglio potrà improvvisare con me. Ma
perché insegnare l’uso della voce va bene e intervenire sulle
differenze di genere no? Non stiamo intervenendo sul permettere a chi
improvvisa di poterlo fare con strumenti ancora migliori? Qui non si sta parlando di
fare la rivoluzione partendo dall’improvvisazione, ma di mettere le
persone nella condizione di improvvisare meglio. Poi è chiaro che,
come quando s’impara a parlare in pubblico quella competenza ce
la si porta nel quotidiano, allo stesso modo quell’empowerment non
resta confinato ai muri della sala prove.
PROFESSOR DE FENOMENIIS – "Empowerment": è tornato Nanni Moretti! Lo sai cosa gliene frega a chi
s’iscrive a un corso d’Improvvisazione del tuo "empowerment"?
Quelli vengono per divertirsi.
DOTTOR
DIVAGO – Certo che vengono per
divertirsi, ma una cosa non esclude l’altra. Perché si deve sempre pensare alle cose in termini o/o e non in termini diversi? Chi viene a fare un corso d'improvvisazione viene perché si diverte e sta bene. E quello gli basta. Ma un conto è il
discente e un altro è il docente. Tu, docente, devi sapere cosa
smuove ciò che insegni, altrimenti non sei un insegnante, sei un
ammaestratore. In un corso di improvvisazione ti arriva pari pari
quello che già è presente nella società, sta a te insegnante
intervenire e rimuovere i blocchi, i pregiudizi, gli stereotipi e le
discriminazioni. Ma che diamine: viviamo in una società maschilista, ti mostro che nelle foto degli spettacoli ci sono tre improvvisatori maschi
per ogni improvvisatrice e mi dici che
questo non c’entra niente e che non ci sono
differenze strutturali tra uomini e donne nell’Improvvisazione? Tre
uomini per ogni donna: che messaggio stai facendo passare? O che
quella singola donna in scena, se ha voluto improvvisare, si è dovuta adattare a farlo secondo degli standard fissati da
uomini o che è lì a fare la Riserva Indiana!
PROFESSOR DE FENOMENIIS – Che vuol dire “ si è dovuta adattare a farlo secondo degli standard fissati da uomini ”?
L’Improvvisazione una è, mica ci sono differenze tra uomini e
donne. Le differenze sono culturali.
DOTTOR
DIVAGO – Non ci provare!
GALILEO
– Scusate?
PRUDENTE – Oddio! E chi sono questi due?
GALILEO
– Sono Galileo Galilei.
PLATONE
– E io sono Platone. Siamo venuti a dire che
questa pagliacciata del Dialogo per discutere dell' argomento potete
anche farla finire qui.
DOTTOR
DIVAGO – Come pagliacciata? Ma come vi permettete?
PLATONE
- Se permette io di dialoghi me
ne intendo: Il Simposio, La Repubblica, l’Apologia Di Socrate, Il
Fedro, Il Politico, devo continuare?
GALILEO
– E a me l’Inquisizione ha fatto un mazzo così per il Dialogo
Sopra I Due Massimi Sistemi Del Mondo. Mi ha fatto abiurare, mi ha
fatto. E tu Divago fai il martire per un paio di critiche? Non
dureresti cinque minuti davanti al Sant’Uffizio.
PLATONE
– Quindi la chiudiamo qui va bene? Divago: a casa!
PROFESSOR DE FENOMENIIS - Finalmente se ne è andato via. Lui e le sue idee bislacche. "Le differenze strutturali tra uomini e donne": uno dovrebbe capire quando è ora di andare in pensione.
PRUDENTE – Alla fine tante chiacchiere e nessuno ha cavato
un ragno dal buco. Lui non ti ha convinto e tu non hai scalfito le sue
convinzioni. Che dici, ci sta un birrino prima di scomparire?
VLADIMIRO
– Scusate signori, io e il mio amico Estragone stavamo aspettando
il Signor Godot, mica l’avete visto, per caso?