lunedì 19 aprile 2021

Cosa insegna LOL sull'Improvvisazione Teatrale?




La Pasqua del 2021 ha portato a una comunità improvvisativa italiana piegata da più di un anno di inattività una sferzata di energia sotto la forma di LOL, un reality-show trasmesso su Amazon Prime nel quale dieci comici di grido devono stare assieme in una stanza senza ridere, pena l'eliminazione.

Qui non mi interessa la discussione riguardo cosa c'entra LOL con l'Improvvisazione oppure sostenere che "noi" quella roba lì la facevamo già quando Annibale ancora succhiava il latte dal seno di sua madre e cose simili.

Quello che mi interessa ora è l'opportunità offerta da questo programma di vedere dei professionisti della comicità improvvisare senza avere fatto una scuola di improvvisazione. Sono abituato a vedere improvvisare persone  formate nell'improvvisazione, come a vedere improvvisare senza formazione alcuna, ma LOL offre l'opportunità di vedere improvvisare persone che di mestiere fanno i comici e che andando abitualmente sul palco per fare ridere, la loro parte di improvvisazione se la fanno sicuramente.

Quindi non starò a fare valutazioni sul fatto che Tizio o Caio siano più o meno bravi o se LOL faccia ridere o meno, ma cosa i dieci partecipanti non hanno fatto che invece un mio allievo avrebbe fatto o almeno mi sarei aspettato che facesse. Questo non per dimostrare la superiorità dell'Improvvisazione dei nostri corsi, ma perché per sottrazione possiamo capire cosa insegniamo quando insegniamo Improvvisazione Teatrale.

Sono consapevole che nel reality ciò che viene mostrato sono solo i momenti salienti, che c'è una regia, che magari certi momenti sono pilotati eccetera, ma l'occasione è ghiotta e finora unica.

SPOILER - Da qui in avanti svelerò alcune eliminazioni, quindi se non volete perdervi il piacere di scoprire chi ha vinto smettete di leggere, se invece già lo sapete o non vi importa, proseguite.





La prima e più importante cosa che ho notato è stata la quasi totale incapacità di co-creare. Quella che per sei puntate si è vista è stata una somma di individualità, non un gruppo. La mia esperienza in svariati festival mi ha spesso portato a partecipare ai Mixer Show, spettacoli con attori di diversi livelli di esperienza che, un paio di ore prima s'incontrano per la prima volta, decidono o inventano per l'occasione un format, si riscaldano e poi vanno davanti al pubblico a presentarlo.

Quasi sempre, in quelle occasioni, in scena ho visto dei gruppi, cosa che non ho visto in LOL. Mi sono sembrati più degli eroi omerici che quando s'incontrano si sfidano, che un collettivo all'opera. Sicuramente il mezzo televisivo non aiuta, però rimane il fatto che, a mio avviso, sia mancata quella connessione tra gli attori che sono abituato a vedere quando assisto a scene dell'Improvvisazione Teatrale.

La cartina tornasole è stato il momento del musical. La questione non è sono stati bravi/no non lo sono stati, ma che ognuno andava per i fatti suoi. Questo fino a quando la Guzzanti, mi pare, non ha proposto una melodia nota e allora tutti si sono allineati su quella. Per carità, nella mia carriera da improvvisatore ho visto un'enormità di musical improvvisati indegni e io stesso ho contribuito ad abbassare la qualità di un sacco di scene cantate; uno dei tratti distintivi, se non il tratto più importante delle improvvisazioni musicali andate male, è sempre stato che i vari attori in scena andavano ciascuno per conto proprio. Attori che magari non sapevano cantare ma che erano capaci di muoversi e lavorare assieme e restituivano scene migliori più di bravi cantanti che non si ascoltavano e si cantavano sopra. 

Quasi sempre a tenere assieme questi sedicenti musical sono i musicisti, eroi in grado di allineare su una qualche traccia melodica quegli improvvisatori che tendono a scappare da tutte le parti. Compito che, non essendoci stato in LOL un musicista, ha portato avanti la Guzzanti, lanciando una canzone conosciuta e accattivante.

 Ciò che mi salta agli occhi, come scarsa capacità di co-creazione, è il passaggio del "fuoco" della scena, o meglio: il non passaggio di tale "fuoco". Vedere attori iniziare attività che catturano la mia attenzione mentre un altro già stava facendo qualcosa - e perciò aveva il fuoco su di sé - mi ha fatto l'effetto del gesso sulla lavagna.  Sono consapevole che il montaggio del programma mostra solo determinati momenti e che magari sono stati scelti i momenti di maggiore caciara perché più "interessanti", ma quella sensazione di mancanza d'ascolto e accentramento su di sé del fuoco della scena mi è rimasto. Chi aveva il fuoco lo teneva fino a quando qualcuno non glielo rubava. I passaggi di fuoco sono stati, nel complesso, pochi.

Interessante al fine della bassa capacità di co-creare è l'interpretazione che i dieci comici hanno dato all'indicazione della regia di essere attivi e di partecipare senza rimanere in disparte a giocare di rimessa. Quasi tutti hanno scatenato la primadonna che era in loro e si sono impegnati a prendere la scena, una minoranza si è fatta comunque da parte e raramente qualcuno ha pensato si potesse essere attivi mettendosi al servizio di qualcun altro. Un esempio positivo è stato il momento dopo l'asta della Gioconda, dove Elio ha stabilito che essendo stato acquistato da Lillo doveva sempre stargli vicino e i vari comici li tempestavano di domande cui i due rispondevano in coro. Da segnalare il momento successivo dove quando Lillo si spostava, Elio lo seguiva e tutti andavano loro dietro in una sorta di processione. A volte noi ci dimentichiamo quanto al pubblico piace vedere un gruppo che sul palco è impegnato a fare un'attività comune, corale. Sarà un caso che questa scena sia nata tutta da un'iniziativa di Elio, uno che per decenni ha fatto parte di un gruppo musicale?   Uno dei nostri punti di forza è essere capaci di creare dal nulla momenti corali, non sottovalutiamolo.

 Per concludere, guardando tutte le puntate si può anche osservare quanto, nonostante la facciata, ci siano volute ore per creare il necessario livello di complicità per potersi veramente divertire assieme. All'inizio c'è stata una certa rigidità, al di là degli abbracci e delle dichiarazioni. Una cosa che i corsi d'Improvvisazione insegnano è il superare questa fase ed arrivare alla necessaria complicità in tempi abbastanza brevi. Magari la persona in scena con noi non è un nostro grande amico, ma solitamente siamo formati a sospendere le cose che ci dividono e a focalizzarci sulle cose che ci uniscono. Poi c'è chi ci riesce meglio e chi peggio, ma è indubbio che questa sia un'abilità che non è innata, ma che viene insegnata.


Alla fine di questo excursus, credo di poter affermare che ciò che LOL insegna è che non è necessario un corso di Improvvisazione per potere improvvisare, ma è fortemente consigliato se si vuole creare qualcosa assieme.

Il valore aggiunto di un corso di improvvisazione non è saper creare, ma saper co-creare.

Riassumendo, facendo la differenza tra ciò  che si è visto in LOL e ciò che mi aspetto chi ha seguito un corso tra un corso di improvvisazione è:

  • sapersi relazionare con gli altri
  • entrare in connessione
  • ascoltare attivamente
  • sapere quando fare un passo indietro per dare spazio agli altri e quando farlo avanti assumendosi la responsabilità della scena
  •  valorizzare l'altro

In sintesi: limitare il proprio ego.

Poi c'è un aspetto che si è visto in LOL e che un corso d'improvvisazione non riesce a insegnare : saper tenere alta l'energia per sei ore di fila. Questa non è qualità che si impara per caso, ma è frutto di anni di duro lavoro sul palco. E andare avanti, con quell'energia, di fronte a compagni di gioco che non ti rimandano indietro nulla di tutto l'impegno che metti, è davvero dura. Perché non dimentichiamo che l'obbiettivo dichiarato della trasmissione era di far ridere i loro compagni, non noi spettatori da casa.




Appendice

LOL ha avuto anche pregio di mostrarci alcuni degli insegnamenti che non trasmetteremo mai abbastanza e lo ha fatto con tre eliminazioni: Fru, Pintus e Frank Matano, le più belle a mio parere.

Fru è stato il primo ad essere eliminato, perché stava sorridendo mentre faceva la sua "stupidata" per far ridere gli altri. Magari era una risata finta, fatta alla fine di una performance per accattivarsi il pubblico, non sarebbe il primo e non sarà l'ultimo che lo fa, ma a me piace pensare che fosse così divertito da ciò che stava facendo da dimenticarsi che non doveva ridere.

Pintus è stato eliminato perché ha riso della sua stessa battuta. Ritengo che questo sia uno stato di grazia per chi improvvisa: si è talmente presi da ciò che si sta facendo che ci si sorprende da soli. Vincere o perdere perdono d'importanza se c'è la gioia di ciò che si sta facendo.

L'eliminazione di Frank Matano è rappresentativa dello spirito che noi insegniamo a un corso di Improvvisazione Teatrale (sperando che il noi sia inclusivo e non un mero plurale maiestatis). Riassumendo la scena: Elio insegue - ripetendo al microfono sempre lo stesso verso - Frank Matano che scappa per non ridere fino a quando non ce la fa più, si volta e ride platealmente, accettando la sua eliminazione.

Ecco in questa scena ci sono ben due cose che insegniamo e che allo stesso tempo talvolta dimentichiamo.

La prima è la paidia - con buona pace del ludus - di Elio che insegue e Matano che scappa: quante volte sopprimiamo i momenti di paidia perché erroneamente riteniamo che sia il ludus con le sue regole la "vera" improvvisazione?

La seconda è l'accettare serenamente il fallimento: il gioco prevede che ci siano degli eliminati, che ci siano dei vincitori e dei vinti, la differenza la fa come viene accettata la sconfitta. Frank Matano poteva avere un gesto di stizza, poteva continuare a scappare fino a che Elio non si fosse stancato o chissà cos'altro, ma ha accettato il gioco e ha riso, pur sapendo che sarebbe stato eliminato.

I corsi d'Improvvisazione non hanno l'esclusiva della paidia e del ludus, come non hanno quella dell'accettazione del fallimento. Però a volte, volendo inseguire quello che il corso d'Improvvisazione non insegna al meglio, sono proprio questi due aspetti che vengono persi per strada, aspetti importanti del saper improvvisare e che invece sono due componenti importanti della nostra arte. 

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