lunedì 8 marzo 2021

Cos'hanno in comune l'Improvvisazione e un combattimento tra caccia supersonici?

 


Ho un debole per le modellizzazioni, lo ammetto; mi permettono di mettere un po' di ordine nella complessità e di comprendere cose che altrimenti non riuscirei a cogliere. Poi talvolta alcuni modelli funzionano talmente bene che possono trovare applicazione anche al di fuori del campo in cui sono nati. 

Inoltre, l'Improvvisazione agisce in un campo così vasto che le possono venire applicati un sacco di modelli nati in altri contesti per farne emergere aspetti che altrimenti andrebbero persi nel marasma generale. Però, proprio a causa della vastità dell'improvvisazione bisogna prestare attenzione al bias di conferma: mi piace così tanto il modello che che vedo solo i casi in cui riflette la situazione che mi interessa ed escludo tutti gli altri.

Ma veniamo al titolo del post: cosa hanno in comune due cose così distanti tra loro come l'Improvvisazione Teatrale e gli aerei da guerra?

Il ciclo OODA.

Il ciclo OODA fu pensato da un pilota statunitense di aerei da caccia, il Colonnello John Boyd, per dare ai piloti uno schema di pensiero razionale in situazioni caotiche o confuse. Il combattimento aereo richiede decisione rapidissime, esitare un secondo di troppo può significare la morte. Un pilota si muove ad altissima velocità, deve evitare i nemici ma allo stesso tempo tenerli tracciati, e contemporaneamente, essere consapevole degli obiettivi, del terreno, del carburante e altre variabili cruciali. Deve affidarsi alla propria creatività, alla propria capacità decisionale e al proprio addestramento; non ci sono mosse prefissate, sequenze da ripetere o quant'altro: c'è solo il momento presente.

Quindi il Colonnello Boyd ci ha consegnato un modello per gestire situazioni caotiche o confuse, nelle quali bisogna prendere decisioni immediate, tenendo sotto controllo quante più variabili possibili, in una situazione mutevole dove è necessario stare focalizzati sul presente. Direi che l'Improvvisazione ricade nella descrizione, no?

Diciamocelo: Top Gun è un film che fa abbastanza schifo.
E ora sta per arrivarci il sequel.  

Ma cos'è questo ciclo OODA?

OODA sta per Osserva, Orientati, Decidi, Agisci. Poi, essendo un ciclo si riparte da capo con Osserva. Secondo Boyd chi riesce a fare il ciclo nel minor tempo vincerà il combattimento. Noi improvvisatori siamo impegnati in un'attività meno letale, perciò possiamo dire che più rapidamente si percorre il ciclo e migliore sarà la scena perché più ricca di varietà di reazioni e microreazioni a ciò che accade.

Andiamo a vedere nel dettaglio le quattro voci.


1. Osserva

Osserva consiste nel farsi un'idea della situazione con la maggiore precisione possibile e per chi fa improvvisazione dovrebbe essere facile, visto il lavoro che si fa sull'ascolto. Boyd va però un passo oltre e in quell'Osserva mette anche la capacità di separare ciò che è rilevante da ciò che non lo è perché mette in conto due elementi:

  • Spesso ciò che osserviamo è imperfetto oppure incompleto.
  • Possiamo venire inondati da troppe informazioni e perciò diventa arduo discernere il segnale dal rumore di fondo.
Che fare? Come gestire quelle scene con una mandria di improvvisatori che si ascoltano poco, si parlano sopra e si agitano come ossessi?
Occorre passare al punto 2.

2. Orientati

Questa parte è quella più delicata. Orientarsi si pone tra ciò che ho osservato e la decisione che prenderò e allo stesso tempo permea anche la maniera con cui osservo, con cui decido e con cui agisco. Orientati decide la natura di questo ciclo e questo ciclo determinerà a sua volta la natura del successivo Orientati.

Cosa significa Orientati?

Significa analizzare le informazioni raccolte e considerare le opzioni disponibili.
Al riguardo c'è questa frase attribuita a Boyd:

"Orientarsi non è solamente uno stato nel quale ci si trova; è un processo. State sempre orientandovi."
 
Chi segue questo blog non può non avere notato la parola magica: processo. Anche chi improvvisa sta sempre orientandosi. E sta orientandosi in un ambiente in costante e continuo mutamento.
Orientarsi nel continuo mutamento potrebbe essere un'interessante definizione di Improvvisazione.

Secondo Boyd per orientarsi nel continuo mutamento in maniera efficace bisogna prima distruggere i vecchi paradigmi e utilizzarne i pezzi per costruire una nuova prospettiva, più calzante con la realtà del momento.
Egli chiama quest'ultimo processo di riduzione dei nostri concetti mentali in parti discrete Distruzione Creativa cui deve seguire una fase di Induzione Creativa, dove quelle parti discrete vengono ricombinate per formare nuovi concetti più aderenti alla realtà che stiamo osservando.

Boyd identifica quattro barriere che devono essere prima abbattute attraverso la Distruzione Creativa e poi ricostruite con l'Induzione Creativa:
  1. I nostri retaggi culturali
  2. la nostra eredità genetica
  3. la nostra abilità di analizzare e sintetizzare
  4. L'ingresso delle nuove informazioni - è duro dare un senso a ciò che si osserva quando la situazione continua a cambiare.
Che se ci pensate un attimo è poi quello che insegna un corso di Improvvisazione Teatrale.

L'Aquila D'Acciaio è un film indegno
 che vidi solo perché la colonna sonora era dei Queen.
Flash Gordon non  mi aveva insegnato niente.

3. Decidi (Ipotesi)

La fase della decisione è abbastanza semplice: si tratta di scegliere una tra le opzioni possibili generate durante la fase di Orientamento.
Interessante è che secondo Boyd non si riuscirà mai a trovare un modello mentale che calzi alla perfezione la Realtà, perché le informazioni saranno sempre incomplete, e anche se riuscissimo ad avere la totalità delle informazioni, la nostra comprensione della realtà sarebbe sempre incompleta perché, come è espresso nel Principio di Indeterminazione di Heisenberg, più precisa diventa l'osservazione di un aspetto della realtà, minore diventerà quella di un altro.
Le decisioni - ci dice Boyd - vengono sempre prese nell'incertezza.

Quindi è inutile che  gli improvvisatori si sforzino di dominare le variabili di una scena, è inutile accusare il compagno per non avere fatto quello che avremmo voluto che facesse, è inutile rammaricarsi perché se avessimo detto o fatto quella cosa, allora la scena sarebbe andata diversamente.
Possiamo solo prendere decisioni nell'incertezza e vedere quel che accade.

Cosa interessante è che a un certo punto Boyd aggiunse nel suo schema, scritto tra parentesi Ipotesi di fianco a Decidi, trasformando le decisioni  ipotesi e le ipotesi, si sa, vanno sempre testate.
E allora, come si può testare la nostra ipotesi?
Se io sto improvvisando una scena e in una frazione di secondo ho già osservato ciò che sta accadendo e selezionato quella che penso possa essere la scelta migliore, come faccio a sapere se davvero lo è?
La risposta è semplice: Agendo.

4. Agisci (Testa)

Agire è mettere alla prova la nostra ipotesi, testarla.
Agisci è composto di due parti: l'azione vera e propria e la valutazione della correttezza o meno dell'ipotesi. Non basta fare, bisogna anche vedere se ciò che ho fatto ha dato l'effetto atteso oppure no.
A questo punto bisogna che osserviamo i risultati delle nostre azioni per poterci orientare e prendere nuove decisioni, ritornando così all'inizio del ciclo e ripartendo.

Alla fine possiamo dire che questo ciclo di Boyd altro non è che un ciclo di apprendimento, anzi meglio: è un modello di apprendimento in una situazione di incertezza. Analizzo le opzioni disponibili, scelgo quella che mi pare la migliore, la provo, osservo i risultati e ricomincio da capo, ogni volta affinando le mie scelte.

E così, anche all'interno del modello OODA acquista valore uno dei concetti base dell'improvvisazione: conta quello che hai fatto o che non hai fatto, non quello che avresti potuto fare.
L'improvvisazione  si impara facendola e osservando ciò che si è fatto, non acquisendo un mero nozionismo.

Però applicare il ciclo di Boyd all'improvvisazione ci porta lontano, meritandosi un futuro articolo tutto suo.

 



PS - L'immagine di copertina viene da questo wargame che tentando di modellizzare il ciclo di Boyd me lo fece conoscere. Dopo più di trent'anni mi sembra giusto dare il dovuto riconoscimento alla fonte d'ispirazione originale.


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