lunedì 29 giugno 2020

Le Euristiche dell'Improvvisazione - Fai fare bella figura al tuo compagno



Per aiutarci a entrare ancora più nel dettaglio dell'euristica del Sì E... possiamo scomporla in euristiche di ordine inferiore (se questa frase vi suona criptica è perché non avete letto questo).
Quindi in questo post comincerò ad illustrare le varie sfaccettature del Sì E... 
Riprendiamo perciò dalla definizione di improvvisazione 

Fare con ciò che si ha e non con ciò  che si vorrebbe  

e procediamo.
La prima euristica che incontriamo è:

FAI FARE BELLA FIGURA AL TUO COMPAGNO

Fai fare bella figura al tuo compagno è un'euristica per dare agli improvvisatori una direzione verso la quale volgersi quando sono in scena. Sicuramente ci saranno attori migliori in giro, ma quelli che hanno davanti in quel momento sono coloro con cui devono interagire e, di conseguenza, devono tirare fuori da loro il meglio che possono dare.

La prima conseguenza del Fai fare bella figura al tuo compagno è che bisogna sospendere il giudizio su di lui o lei. 

Non ci deve interessare se chi improvvisa con noi sia bravo, simpatico o capace: dobbiamo fargli fare bella figura, a prescindere dal fatto se anche lui lo stia facendo nei nostri riguardi o meno! Se questi ricambia, bene, se non lo fa, amen: stare a recriminare non aiuta e anzi ci catapulta fuori dal Processo impedendoci di entrare nel Flusso. Se non si è capaci di sospendere il giudizio non si sta applicando il Sì E..., non si sta accettando ciò che sta venendo proposto per costruire; ci si sta invece preoccupando di fare bella figura. Detta in altre parole il Processo è stato scisso dalla Performance e ci si sta preoccupando essenzialmente di quest'ultima.

La seconda conseguenza è che, per fargli fare bella figura, dobbiamo sapere cosa lo fa risplendere. 

Usando le parole di Keith Johnstone:

"Compito dell'improvvisatore è ispirare il suo compagno."

Per farlo risplendere lo si deve ispirare, ma per poter fare questo bisogna conoscerlo, sapere cosa lo ispira. Non sempre noi improvvisatori abbiamo la possibilità di andare in scena con chi conosciamo fin dai tempi dell'asilo; è più probabile fare spettacoli con attori e attrici che abbiamo incontrato poche ore prima o che addirittura vediamo per la prima volta quando salgono in scena con noi. Come si può ispirare e fare risplendere una persona che manco sapevo esistesse cinque secondi fa? Semplice: sospendendo il giudizio e procedendo per tentativi ed errori.

Regola empirica: quando le persone sono ispirate il loro viso s'illumina. Quindi dire "Fai risplendere il tuo compagno" ha un significato più letterale di ciò che appare a una prima lettura.

Invece di essere focalizzati su noi stessi cercando di fare "bene" è meglio focalizzarsi su chi ci sta davanti cercando fare "stare bene" questa persona.

L'argomento "riconoscere che per far fare bella figura al compagno bisogna sapere cosa lo ispira" mi offre l'opportunità di una divagazione sul riscaldamento che gli attori fanno prima di uno spettacolo di improvvisazione.

Prima però un po' di aneddottica.

Situazione 1

Una volta stavo cercando il luogo di uno spettacolo di improvvisazione a cui volevo assistere e che sapevo sarebbe avrebbe avuto luogo in un casolare in mezzo a un parco. Non c'erano indicazioni, il parco era molto grande e nessuno a cui chiedessi pareva sapere niente di uno spettacolo in zona. Cominciavo a disperare quando sentii in lontananza persone che urlavano a squarciagola I-HA, ALL DOWN! come se non ci fosse un domani: riconoscendo l'esercizio seguii le voci, domandandomi però come gli attori potessero connettersi gli uni agli altri, visto che tali urli indicavano chiaramente che erano più focalizzati su loro stessi e preoccupati di scaricare energia gridando, che sui compagni per poter costruire qualcosa assieme a loro, in scena. Purtroppo il cattivo presagio datomi da quelle grida fu confermato e lo spettacolo non fu un granché: attori tra loro disconnessi che si affidavano alle loro capacità di singoli invece di lavorare in gruppo.

Quello degli attori che sprecano il riscaldamento focalizzandosi su loro stessi, scaricando energia, invece di connettersi coi compagni è un problema abbastanza comune con gli improvvisatori più acerbi, poi col crescere dell'esperienza si impara a convertire la tensione dello spettacolo in qualcosa di più costruttivo.

Situazione 2

Spesso invece mi capita di vedere soggetti che, durante il riscaldamento pre-spettacolo, sono più preoccupati di mostrare agli altri improvvisatori quanto sono dei "fenomeni" invece di lavorare per scoprire cosa può ispirare i loro compagni e permettere a questi di fare altrettanto nei loro riguardi. Inutile dire che le scene con costoro solitamente sono 90% Performance e 100% one man show. 

Quando vi tocca di assistere a queste situazioni invece di farvi incantare dall'istrionismo delle Primedonne guardate dove nessuno guarda: il lavoro che fa l'altro attore in scena con loro. Solitamente chi finisce in quella posizione ricade in una delle tre categorie:

Lo Sprovveduto. Solitamente è un improvvisatore senza troppa esperienza e malizia. Tenta di fare del suo meglio, ma il suo destino è quello di venire sballottato dalla Primadonna. Alla fine della scena si sente uno schifo e magari pensa che sia pure colpa sua.

L'Esperto. Con lui si vede il lavoro di qualità, nella forma di una persona che si preoccupa che l'altro faccia bella figura. Fa da Spalla con dovizia, ma senza farsi brutalizzare. Anzi è lui che tesse i fili invisibili che permettono alla Primadonna di splendere. Gli spettatori e gli improvvisatori meno esperti non coglieranno la qualità del suo lavoro. Quelli più scafati lo ammireranno e nel loro intimo valuteranno quanto la Primadonna sia patetico.

Il Rivale. Questo è un altro disperato, Primadonna come il primo, che in scena non accetta l'idea che gli applausi non vadano a lui e perciò pretende il suo "posto al sole". Il Sì E... va quasi da subito a farsi benedire e ciò cui si assiste è una lotta tra galli. Alla fine il pubblico osannerà la scena, gli allievi avranno avuto un pessimo esempio (che cercheranno di imitare, senza tra l'altro riuscirci), gli altri improvvisatori saranno sollevati perché i due probabilmente salteranno la scena successiva e nessuno ci dovrà improvvisare assieme e gli spettatori saranno qualche minuto in più vicini al momento della morte senza avere ricevuto nulla di valevole in cambio. E questa è la cosa peggiore.

Situazione 3

Qualche anno fa il mio gruppo ed io stavamo aspettando di fare uno spettacolo in un locale e nell'attesa eravamo stati fatti accomodare in una sala arredata ispirandosi alla Tavola Rotonda con tanto di tavolo rotondo, spade e armature. Appesi alle pareti stavano ritratti di quelli che sarebbero dovuti essere i cavalieri di Re Artù, ciascuno col proprio nome preceduto da Sir: Sir Lancelot, Sir Percival e così via. Dopo un po' di tra noi nacque spontaneamente il "gioco dei Sir": "Sapete come si chiama il cavaliere con la lingua biforcuta? Sir Pent!", "E quello col mare bello? Sir Olo!" e così via. Quello che seguì fu uno degli spettacoli più belli che ricordi (o di cui ho il ricordo: quando si sta nel Processo alla fine si hanno solo ricordi confusi) e tutti concordiamo su questo. Quel gioco spontaneo, che andò avanti a lungo, ci aveva portato a sintonizzarci tutti sulla stessa lunghezza d'onda creando tra noi la voglia di divertirci e di farlo assieme. In altre parole aveva creato tra noi Complicità. E quella Complicità ce la portammo in scena e fu un elemento determinante per la riuscita di quella serata.

Come si chiama il cavaliere che viene dalla Grecia?
Sir Taki! Ahahah!

Questi tre aneddoti per spiegare cosa bisognerebbe fare durante il riscaldamento pre-spettacolo:

  • Non scaricare l'energia isolandosi. Va benissimo riscaldare corpo e voce, ma il riscaldamento deve servire ad attivare il gruppo, a passare dallo spazio del Quotidiano a quello del Teatro e a connettersi gli uni agli altri. 
  • Non iniziare a demarcare il territorio. Non ne avete bisogno, veramente. 
  • Costruire Complicità con gli altri attori. Se quando, in una qualsiasi attività cerchiamo di far sì che sia l'altro a brillare e questo fa lo stesso con noi allora siamo complici, qualsiasi cosa stiamo facendo. Questa Complicità è un elemento determinante per improvvisare assieme.
Il riscaldamento pre-spettacolo è il momento deputato a predisporre gli attori per fare risaltare i propri compagni, non gettiamolo via.

La terza conseguenza è che Fai fare bella figura al tuo compagno pone un freno alla Dittatura Del Sì E...


La Dittatura Del Sì E... ha luogo quando vengono fatte proposte che piacciono solo a chi le fa, senza considerare se l'altra persona possa esserne ispirata o meno o addirittura senza verificare che l'altra persona possa esserne messa a disagio, per poi giustificare il tutto accusando quest'ultima di non avere accettato la proposta e non aver costruito a dovere

L'accettare e valorizzare qualsiasi offerta non può esimere chi fa l'offerta stessa dall'impegnarsi a fare proposte che valorizzino il compagno, che lo ispirino e che lo facciano risplendere. Sì E... non può essere un atteggiamento deresponsabilizzante che ci fa ignorare chi abbiamo di fronte oppure una patente per costringere gli altri a fare ciò che vogliamo noi. Fai splendere il tuo compagno chiarisce che quello del Sì E... è un percorso a due vie e comporta la responsabilità di accettare e costruire sulle proposte ma anche il prendersi cura di chi improvvisa assieme a noi. Gli attori in scena sono complici: si provocano a vicenda affinché l'altro dia il meglio di sé, ma tra di loro si proteggono pure.

La via più stupida attraverso la quale la Dittatura Del Sì E... continua a imperversare in Italia relegando l'Improvvisazione Italiana a una pessima qualità è la logica dello Spiazza Il Tuo Compagno.
Storicamente questa logica emerse fin dalle origini dell'Improvvisazione in Italia, nei primissimi anni '90, quando eravamo in pochi a farla e con nessuna esperienza: quel periodo, per l'improvvisazione, è stato una sorta di parentesi pre-omerica, della quale esistono scarse tracce scritte e poche testimonianze orali.

In quel periodo si stava ancora cercando di capire come funzionasse l'improvvisazione e si tentavano strade per far sì che le scene, prima di schiantarsi, almeno riuscissero a decollare. In quei tempi, dove con poche ore di corso si finiva magari a fare spettacoli davanti a centinaia di persone, si osservò che gli spettatori gradivano quando un attore spiazzava il proprio compagno in scena con una battuta che spesso addirittura negava la realtà appena costruita. Il pubblico rideva, applaudiva e - in mancanza di una qualsiasi teoria dell'improvvisazione a spiegare quanto questo fosse una sciocchezza - quello per gli attori diventò una sorta di salvagente in un mare in tempesta: a parole l'improvvisazione era "per generosi", nei fatti mors tua vita mea.
Ben presto quella pratica dal palcoscenico si spostò nella didattica - considerate che erano tempi selvaggi, dove a lezione si insegnava a scartare non solo la prima idea perché "banale", ma anche la seconda o la terza: l'idea doveva essere originale - e si cominciò a formare una generazione di improvvisatori sull'idea dello Spiazza Il Tuo Compagno.

Dopo quasi trent'anni la conseguenza di quell'epoca è che a molti improvvisatori viene insegnato ancora a spiazzare il proprio compagno, senza sapere esattamente perché lo si fa. Esattamente come nel quotidiano facciamo gesti come darci la mano, brindare, cercare di non essere il terzo a farsi accendere una sigaretta e cose simili ignorando l'origine e il preciso significato di quei gesti. 

Sia chiaro: Spiazza Il Tuo Compagno non ha niente a che vedere con l'ispirarlo. Una cosa è provocarlo per giocare con lui, in un clima di complicità, sapendo che lo si porta su un terreno che ne esalta le qualità, ben altra cosa è demolire ciò che ha appena costruito, allo scopo di creare non si sa bene cosa, perché l'insegnamento di questa modo di improvvisare è carente proprio nello spiegare nel dettaglio cosa si dovrebbe fare dopo.

La differenza fondamentale è che Spiazza Il Tuo Compagno mira esclusivamente a mettere in crisi quello che il compagno sta costruendo, trascurando completamente se ciò lo può ispirare o meno. Questo è un atteggiamento assolutamente egoista, che mette se stessi e il proprio istrionismo davanti a tutto. Anche se nella forma sembra che non ci siano differenze  tra Far Fare Bella Figura Al Proprio Compagno e Spiazza Il Tuo Compagno, tale differenza sta nell'intento: nel primo caso si cerca di costruire una base comune per avere successo assieme, nel secondo si fa il guastatore per poi andare nella Performance.  

Per carità, ci sono improvvisatori cui piace venire trattati e trattare gli altri così ed è in questo modo che loro risplendono, ma invito tutte e tutti a riflettere, ciascuno nella solitudine della propria stanza, a come ci si sente veramente quando si subisce lo Spiazza Il Tuo Compagno: si viene veramente ispirati o ce lo si fa andare bene perché tutti attorno a noi paiono apprezzarlo e l'insegnante dice che è così che si fa l'Improvvisazione? Se a voi piace e vi ispira benissimo: fatevi spiazzare, ma non fatelo ai vostri compagni. Non dovete spiazzarli: dovete ispirarli.

Some of them want to use you/Some of them want to be used by you/
Some of them want abuse you/ Some of them want to be abused



Per quello che mi riguarda, se due attori vogliono andare in scena a spiazzarsi a vicenda, sono contento per loro, però preferisco vedere altri spettacoli. Se invece so di dovere andare in scena con attori che hanno questo approccio, se posso declino l'invito: la vita è troppo breve per andare in scena con gente che non si prende cura di me.

Ora che avete letto queste righe sapete che se spiazzate i vostri compagni per il solo gusto di spiazzarli senza preoccuparvi di fargli fare bella figura, siete solo degli stronzi.

E le cattive notizie non sono finite: non è possibile pensare che i comportamenti che apprendete durante un corso di improvvisazione rimangano confinati nell'aula, ve li portate fuori che questo vi piaccia o no. Quindi se venite formati a far fare bella figura a chi vi sta intorno tenderete a farlo anche nel vostro quotidiano. Al contrario, se venite formati a demolire ciò che viene fatto al solo fine di strappare una risata o un applauso, diventerete persone un poco meno gradevoli di quello che sareste potuto essere.

è la Pedagogia, bellezza.

"Voi gridavate cose orrende e violentissime, e voi siete imbruttiti.
Io gridavo cose giuste, e ora sono uno splendido quarantenne."
Nanni Moretti, Caro Diario







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